Piatto piano cm. 28 in porcellana tradizionale al caolino , finitura platino 24 , decorazione rifinita a mano ispirata ai disegni originali di Gio' Ponti , cotta a forno oltre i 1300 °C , eccellente esecuzione artigianale italiana firmata Gio' Ponti Richard Ginori .
Contemporanea. Essenziale. Emblema di una geometria moderna, il decoro dà origine a catene intrecciate che delineano la cornice grafica della Collezione Catene. Ispirata al genio creativo di Gio Ponti e ai suoi disegni del ’26 ideati per complementi di arredo in fine porcellana, la Collezione Catene è tratteggiata ed esaltata dalla purezza della forma Impero, espressione di
estetica sofisticata. La collezione è realizzata in assortimento completo tavola, tè e caffè.
Giovanni Ponti, detto Giò] (Milano, 18 novembre 1891 – Milano, 16 settembre 1979), è stato un architetto, designer e saggista italiano. Condusse una carriera unica, partecipando attivamente alla rinascita del design italiano del dopoguerra.
Gio Ponti si laureò in architettura presso l'allora Regio Istituto Tecnico Superiore nel 1921, dopo aver sospeso gli studi durante la sua partecipazione alla prima guerra mondiale. Nello stesso anno si sposò con la nobile Giulia Vimercati, di antica famiglia brianzola, da cui ebbe quattro figli (Lisa, Giovanna, Letizia e Giulio).
Inizialmente, nel 1921, aprì uno studio assieme gli architetti Mino Fiocchi ed Emilio Lancia (1926-1933), per poi passare alla collaborazione con gli ingegneri Gioacchino Luigi Mellucci (1927), Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini (1933-1945). Nel 1923 partecipò alla I Biennale delle arti decorative tenutasi all'ISIA di Monza e successivamente fu coinvolto nella organizzazione delle varie Triennali, sia a Monza che a Milano.
Negli anni venti, avviò la sua attività di designer all'industria ceramica Richard Ginori, rielaborando complessivamente la strategia di disegno industriale della società; con le sue ceramiche, vinse il "Gran Prix" all'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi del 1925. In quegli anni, la sua produzione fu improntata più ai temi classici, mostrandosi più vicino al movimento Novecento, esponente del razionalismo. Sempre negli stessi anni iniziò anche la sua attività editoriale: nel 1928 fondò la rivista Domus, testata che diresse fino alla sua morte, eccetto che nel periodo 1941-1948 in cui fu direttore di Stile. Assieme a Casabella, Domus rappresenterà il centro del dibatto culturale dell’architettura e del design italiani della seconda metà del Novecento.
L'attività di Ponti negli anni trenta si estese all'organizzazione della V Triennale di Milano (1933) e alla realizzazione di scene e costumi per il Teatro alla Scala. Partecipò all'Associazione del Disegno Industriale (ADI) e fu tra i sostenitori del Premio Compasso d'oro, promosso dai magazzini La Rinascente. Ricevette tra l'altro numerosi premi sia nazionali che internazionali, diventando infine professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1936, cattedra che manterrà sino al 1961.
Nel 1941 fonda la rivista Stile, la cui pubblicazione termina nel 1947.
Nel 1951, si unì allo studio insieme a Fornaroli, l'architetto Alberto Rosselli. Nel 1952 costituisce con l’architetto Alberto Rosselli lo studio Ponti-Fornaroli-Rosselli. Qui iniziò il periodo di più intensa e feconda attività sia nell'architettura che nel design, abbandonando i frequenti riallacci al passato neoclassico e puntando su idee più innovative. Appartiene a questo periodo la costruzione, a Forlì, su incarico di Aldo Garzanti, del complesso che comprende sia l'Hotel della Città et de la Ville', sia il Centro Studi Fondazione Livio e Maria Garzanti. L'edificio, progettato nel 1953 e terminato nel 1957, si segnala per i suoi spioventi invertiti, le finestre esagonali, gli spazi aperti e il respiro fra i corpi.
Fra il 1966 ed il 1968 collaborò con l'impresa di produzione Ceramica Franco Pozzi di Gallarate.
Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma conserva un Fondo dedicato a Gio Ponti, consistente in 16.512 schizzi e disegni, 73 plastici e maquettes. L’archivio Ponti è stato donato dagli eredi dell'architetto (donatori Anna Giovanna Ponti, Letizia Ponti, Salvatore Licitra, Matteo Licitra, Giulio Ponti) nel 1982. Questo fondo, il cui materiale progettuale documenta le opere realizzate dal designer milanese dagli anni Venti agli anni Settanta, è pubblico e consultabile.
Gio Ponti morì a Milano nel 1979. Riposa al Cimitero Monumentale della sua città, nella tomba 113 bis del Circondante di Ponente.